9 gen 2009

Gente che taglia e gente che affila coltelli

Siamo un po' tutti sia questo sia quello. Ma mi spiego meglio.
A volte ci buttiamo e non ci pensiamo tanto se l'acqua in cui mi bagno oggi è la STESSA di ieri, a volte vorremo essere più riflessivi/intelligenti, il malessere di Pascal ci viene su come un peperone, vorremmo essere più liberi, non da ma per.

Una sera ti ritrovi a ballare "Novembre" della Giusy, il mattino dopo leggi Il Sole cercando di tenere unita una prospettiva democratica e liberale coll'interventismo statale che tante critiche ha patito.

La cosa è che: chi è un tagliatore sta più o meno bene, perchè quando ascolta Giusy balla e quando legge Il Sole concorda con l'articolo (anche se secondo lui c'è di più sotto sotto)

Chi affila coltelli si guarda intorno come Jeremy mentre è in dance floor e smette di leggere per magari scrivere al Direttore com'è veramente che van le cose.

Digressio.
Chi balla al centro e guarda in giro è solo tanto come chi fa  tappezzeria ai bordi, ma ha l'orizzonte chiuso dalla circonferenza, tutti che lo guardano; mentre chi sta sul perimetro può guardare verso il centro o verso l'infinito. 

Quindi durante una serata qualsiasi, cena/bere/fumare/uscita con gli amici/che/incontro serio... credo sia importante stare attaccati a chi taglia, mentre non so ancora con che atteggiamento.


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