28 set 2007

ohibò

Tutti, ma proprio tutti,
Non capiscono niente.
Tanto per dire. Saluto.

19 set 2007

brusemoi tuti

Mi dicono che c'è un film con Micheal J. Fox in cui come al solito la storia evolve dalla merda iniziale alla catarsi. (Li chiamano film...)
In quel caso la merda si chiamava fare il "consierge", o portiere d'albergo.
Mi chiedo perchè nel suo albergo, ma nel mio sì, non capita mai una manifestazione di Forza Nuova improvvisata perché fra gli ospiti c'è una famiglia di zingari.

15 set 2007

avete perso un cliente?

Come si vede, non ho molta voglia di starci dietro al blog.
Infatti sono andato al V-day, ho visto gente e film.

Nel frattempo non ho persa l'abitudine a scambiare tempo per denaro, ed il piacere di chiamare puffi una tale che adora se glielo dico e che comunque me lo direbbe lo stesso e che comunque è bellissimo chiamare puffi.
La funzione è determinata e possibile.

Ma si può dico io? A quanti anni avete detto cliente la prima volta?
Io a 24 e mezzo credo, era pomeriggio appena iniziato quando una discussione improvvisamente virò dal surretizio platonismo di husserl alla vecchia querelle "il cliente ha sempre ragione" - probabile conseguenza di qualche nostra licenziosa richiesta, tipo fammi uno spriz al campari, col biancosarti e una punta di cynar e un odore di gin, ma no che mi svarioni eh?,un odore,un accenno, una quidditas.
No, così per dire.

E in famiglia mia si parlava di lavoro eccome, e i casini, e questo e quello. Figurati la parola cliente quante volte l'avrò sentita.

Ma una cosa è sentire, un altra è pronunciare. Per me cliente era una parola che non avrei saputo dove collocare.
Com'è che si usava, non lo sapevo.
"Scusa passami le cartine lunghe perchè in macchina di fare un cliente non c'ho cazzi?"?
"Quella gran cliente di storia greca ha detto che interroga su tutte e 700 le pagine del manuale, ma che non chiede invece le genealogie, se non specificatamente attinenti"

Ieri.
6 di sera, al lavoro, momento di quiete.
Come luogo di accoglienza delle persone disponiamo di una macchinetta del caffè e di un altra macchinetta, con bibite fresche e i cicciaebbrufoli, per intenderci.
Vengono usate meno spesso dagli ospiti che dai dipendenti e difatti una mamma ha pensato bene di mandare il piccolo spaccacazzi di sopra a prendersi una cosa pur di finire di lavorare in pace.
Lo vedo, si avvicina alla macchinetta, mette i soldi e "- Sdeng!", caduta della prima lattina.
Ma il piccolo bastardo rimette i soldi per la seconda lattina quando il display sta ancora dicendo, molto cortesemente peraltro, arrivederci e grazie;
taaac! - quello è il momento che ti ciula i soldi (come farò mai a saperlo..mah)

La sua testa gommosa, un piccolo Tremonti, mi si rivolge:
"La macchina mi ha fregato i soldi"
A me in sala giochi a 8 anni i gettoni me li restituivano quasi sempre.
Ma ho deciso di dargli una grandissima lezione di vita e ribatto:
"Eh, che ti devo dire? E' la vita, prova a schiacciare il pulsantino del resto, ma se se li è presi non posso farci niente, mi spiace"

"Avete perso un cliente"


Grrr.
"Io non ho perso niente capisci, quella macchina è in comodato d'uso gratuito, lo sai cos'è un comodato d'uso? - quindi se vuoi chiami il numero di telefono dell'adesivo che hai di fronte e parli col tipo, che io non c'entro niente"
Solo una checca isterica, ma neanche tanto, avrebbe fatto di peggio.

Borbotta e scende dalla madre.
La madre mi richiama dall'interno.
"Mio figlio forse ha sbagliato numero del prodotto fattostà che non è sceso: non riesci a tirare due spallare al coso?
"Non è incastrato, proprio la spirale di plastica che lo trattiene invece che fare 2 giri ne ha fatto mezzo: praticamente è tutto ancora su."
"Amen"
"Ok ciao"

Due spallate si potevano anche dare, ma era un momento di quiete.